Il Maestro ci ha dato tanto…
Sia Daniela (ndr: Daniela Buson) che io siamo stati i beneficiari di tre anni di lavoro “extracurriculare” del maestro. Ogni giorno, durante le tre ore di pausa mensa, Genia lavorava con un gruppetto di giovani, mangiando un sandwich in sala prove, insegnandoci non solo i passi del repertorio classico ma l’approccio stilistico, artistico ed emozionale dei grandi balletti del repertorio del diciannovesimo secolo.
Quest’esperienza ha formato il nostro gusto per l’estetica della danza e la maniera di lavorare con i nostri danzatori in sala ballo per ottenere i massimi risultati. L’attenzione al dettaglio, sia tecnico che artistico, unita all’abilità di connettere l’animo a ogni passo di danza, sono l’eredità che ci ha regalato Polyakov.
Chi ha lavorato con il Maestro è membro di una famiglia straordinaria.
Specialmente quelli che hanno lavorato con lui a Venezia e Firenze, che penso siano stati i due periodi durante i quali Genia ha formato artisti.
Anche dopo tanti anni, la sua figura è unificante e sempre presente tra tutti noi.
Ricordo ancora che abbiamo parlato alla fine della mia prima stagione come direttore, quando gli ho telefonato lamentandomi dell’atteggiamento dei ballerini. Gestire una compagnia a 33 anni non è facile… Ma lui lo aveva già fatto e con tanto successo, quindi, chi meglio di Genia per aiutarmi? Mi ricordo che mi disse di tener sempre presente che i “bambini” entrano nel mondo della danza perché amano questa forma di arte e che il loro comportamento è guidato dalla loro voglia di ballare. Mi invitò, quindi, a giustificare tanti atteggiamenti e cambi di umore.
Quella fu la prima volta che parlai con il Maestro da persona adulta a persona adulta. Ho sempre adorato Genia, ma sono sempre stato un po’ intimidito dalla sua persona, fino a quella telefonata. Abbiamo parlato per più di un’ora, è stata una conversazione stimolante. Era calmissimo e sereno, più sereno di quanto lo avessi mai sentito. È stata la prima volta che mi sono sentito totalmente comodo con lui. Quella telefonata ha cambiato per sempre il mio rapporto con la compagnia e mi ha fatto quasi toccare l’anima del Maestro.
La settimana dopo ho saputo del suicidio.
Marcello Angelini
Artistic Director and CEO Tulsa Ballet