Impossibile non ricordare la figura di un maestro come Evgheni Polyakov, che per anni ha dato a Firenze la sua massima esperienza di didatta e di uomo di teatro non solo in veste di direttore di MaggioDanza, ma anche come amico affettuoso e partecipe di iniziative, come Danza Primavera. Evgheni, anzi, Genia (così lo chiamavano i suoi tanti amici) aveva infatti un amore sincero e un’ammirazione devota per ogni avventura della danza che fosse fatta con grande onestà di intenti.
Così, benché preso dai suoi moltissimi impegni, non si tirava mai indietro se qualcuno gli chiedeva una mano, un suggerimento, un aiuto prezioso. Con quel suo fare un po’ speciale, apparentemente sbrigativo, ma allo stesso tempo intelligente e prestigioso, era pronto a “vivere” anche lui, in parte – ma in modo spesso fondamentale – quell’avventura, contribuendo a regalare veri gioielli, a quel pubblico che seguiva la danza altrove, magari mancando di seguire i suoi eccellenti sforzi nel teatro più importante, più autorevole della città, il teatro del suo MaggioDanza. “L’importante – diceva sempre – è fare, fare, fare sempre qualcosa per la danza”.
Così per Danza Primavera Genia ha fatto davvero qualcosa di memorabile, donando ai suoi spettatori due Galà di danza classica tra i più belli mai visti. Si deve a lui infatti la presenza di cinque coppie di giovanissime étoiles internazionali – dall’English National Ballet al Balletto Reale Svedese, oltre che da MaggioDanza e dalla sua seconda casa, la splendente Opéra di Parigi – in quel Galà tra Ottocento e Novecento che Maria Grazia Nicosia ideò nel 1994 e che ebbe un’incredibile risonanza a livello nazionale.
E a lui, appena un anno fa, si deve quella travolgente Serata con le Giovani Stelle del Balletto dell’Opéra di Parigi. A lui, ormai tornato a Parigi, Maria Grazia si era infatti rivolta chiedendogli i suggerimenti sui migliori astri nascenti della migliore compagnia del mondo. E Genia inviò a Firenze quattro coppie destinate davvero al futuro più radioso, ‘stelle’ in pectore, già primi premi ai più prestigiosi concorsi del mondo. Non solo. Coordinò lui stesso il programma – tutte perle del grande repertorio classico – infilandoci anche una rarità, che – come ci disse Benjamin Pech con il quale l’aveva montato – ‘aveva voluto appositamente riallestire per lo spettacolo’. Si trattava del Pas de Deux del Mercante di Schiavi e Gulnara dal ‘Corsaro’ ballettone ottocentesco oggi in repertorio soltanto a San Pietroburgo. Una delizia filologica danzata dai due giovanissimi in modo raffinato, che aveva per gli organizzatori di Danza Primavera, per Maria Grazia Nicosia, un significato ancora più speciale. Un segno di affetto, di amicizia, un pensiero costante…
Ad un anno da quella serata, a qualche mese dalla morte improvvisa di Evgheni Polyakov, Danza Primavera, non può fare altro che ricordarlo al suo pubblico riunendo alcuni dei giovani artisti europei che Genia ha molto seguito e amato: dai ‘suoi ragazzi fiorentini’, rappresentati qui al meglio da Umberto De Luca e Antonella Cerreto, a Raffaella Renzi che è diventata stella di una delle più importanti compagnie europee – il Balletto dell’Opera di Berlino – ai solisti del Balletto di Toscana (del quale Genia fu nei primi anni coreografo principale e sempre instancabile ammiratore) fino ai suoi giovanissimi parigini, dalla coppia sensazionale già ospitata nel 1994 e oggi di ritorno laureata, ormai, come una della migliori della Maison – Aurélie Dupont e Yann Bridard – ad una delle coppie del Galà dello scorso anno, Jérémie Bélingard e Nolwenn Daniel – sulla quale Genia aveva giustamente grandi speranze.
Tutti in scena a ricordarci Genia – con sue coreografie, con brani che hanno studiato insieme a lui, con lo stile che con lui hanno affinato e con quell’amore per quest’arte che Genia ci ha insegnato.
Silvia Poletti