In occasione della cerimonia in cui si dedicava a Polyakov la Sala Ballo del Teatro Comunale:
ricordo del Maestro Bogianckino
18 Dicembre 1999
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Raramente mi è capitato di cercare – e trovare – una solidarietà così immediata come con Polyakov.
Agli inizi del suo lavoro in Italia, Eugenio aveva serie difficoltà a poter approfondire le sue esperienze sull’Occidente: proveniva infatti dalla Russia con un tipo di visto che però non gli consentiva di poter allontanarsi per viaggi all’estero. Incontrai allora una alta personalità italiana, nel quale avevo già individuato una natura sensibile, colta e tollerante. Egli quasi non mi fece parlare; mi disse solamente: Va bene, va bene; e pochi giorni dopo aveva regolato tutto.
Eugenio lo meritava, eravamo già amici e la nostra amicizia da allora crebbe. Devo dire che avevo subito simpatizzato con lui: lo andai a trovare a Parigi, parlavamo insieme dei suoi progetti. Gli suggerii anche alcune ipotesi artistiche che furono subito da lui accettate, e con piena convinzione.
Eugenio ha lasciato un vuoto notevole nel Teatro e nella compagnia di ballo.
Il destino ce lo ha portato via troppo presto; e la sua scomparsa ha lasciato in tutti noi – e non in me solamente, un rimpianto costante che non si è spento e che è ormai destinato a permanere, come è delle esperienze umane profonde e solidali radicate in comuni atteggiamenti.
M.B.